Il senso della storia

Nell'ambito del progetto “Sedimenti della memoria”, il 14 maggio si è tenuto un incontro con lo storico Matteo Petracci sul tema "Fonti e ricerca storica". L'evento si è svolto in mattinata nell’auditorium della scuola e ha visto la partecipazione degli studenti di alcune classi terze e quarte (3C, 3M, 3N, 4B, 4C, 4F).

“A cosa serve studiare la storia?”, Petracci ha iniziato il suo intervento con una domanda d’impatto, forse anche un po’ spiazzante, stimolando i ragazzi a riflettere e a problematizzare ciò che a prima vista appare un’ovvietà all’interno del nostro sistema scolastico. Ed è riuscito subito a catturare il giovane pubblico, mostrando ad esempio come la storia possa aumentare il valore immateriale di un bene e giocare un ruolo decisivo nel marketing.

La storia ci coinvolge, ci interroga, ci avvolge. Non si tratta forse di una scienza “dell’umano”, che studia a tutto tondo le nostre attività in relazione al tempo che passa? Dai gesti che facciamo ai proverbi che utilizziamo, se ci pensiamo ogni elemento della nostra vita ha una storia, conserva una traccia del passato.  

Come scrive Marc Bloch nella sua Apologia della storia, se l’oggetto di studio è l’uomo nel tempo, «il bravo storico somiglia all’orco della fiaba. Egli sa che là dove fiuta carne umana, là è la sua preda». 

Diventa allora essenziale nel lavoro di ricerca il rapporto con le fonti storiche, le tracce del passato degli uomini, i documenti o i materiali da interrogare e interpretare.

Matteo Petracci nel corso della lezione ha sottolineato come non ci sia in fondo differenza tra microstoria e macrostoria, si tratta di ricostruzioni del passato che variano solo nella “messa a fuoco” degli eventi, proprio come avviene per le carte geografiche che, a seconda della scala scelta, si presentano più o meno dettagliate.

Lo storico ha quindi presentato ai ragazzi alcune fonti digitali utili per la ricerca, quali il sito dell’Archivio di stato di Macerata, che conserva i registri di leva e i dati dei processi dal 1860 al 1931, il sito del giornale La Stampa, in cui è possibile consultare gli articoli pubblicati dal 1861 ad oggi, il sito del Casellario politico centrale, che contiene i dati delle persone schedate dalla polizia durante il fascismo, il sito dell’Istituto Luce, che documenta attraverso foto e video tutto il Novecento, e il sito dell’Archivio Diaristico Nazionale.

Con un approccio fresco, appassionato e coinvolgente, Petracci ha spiegato infine che la comprensione storica è fondamentale per la nostra vita, che ripensare alle esperienze negative del passato, rielaborarle ci dà l’opportunità di non cadere negli stessi errori. Alcuni meccanismi politico-economici si ripresentano nel tempo, assumono forme diverse e se li conosciamo possiamo tentare di disinnescarli.

A cosa ci serve ad esempio individuare il leitmotiv di “disumanizzazione dell’altro” alla base delle guerre, dei genocidi del passato e del presente? A fare delle scelte consapevoli all’interno del nostro tempo. Ad opporci recisamente ad ogni forma di razzismo e di esclusione. A mettere in gioco empatia e solidarietà nei confronti degli altri esseri umani. A porre l’umano come valore fondamentale.